Namasuba, la missione in Uganda: le Figlie della Misericordia e della Croce in prima linea tra mille emergenze
La missione di Namasuba, da poco inaugurata, è già un punto di riferimento per la comunità ugandese. Sr Ancilla e le suore sono sempre state vicino alle famiglie in difficoltà, accogliendo i più poveri e i profughi resi vulnerabili dall’impatto non solo del COVID-19, ma anche dalle conseguenze dell’invasione delle locuste, che hanno devastato molti paesi africani.
Locuste e insicurezza alimentare
Nel febbraio 2020, un’epidemia di locuste del deserto ha colpito le regioni settentrionali dell’Uganda (Karamoja, Acholi e Lango). Fortunatamente, i danni ai pascoli e ai raccolti sono stati localizzati poiché gli sciami erano di dimensioni ridotte. A novembre si teme che l’effetto del ciclone Gati che ha colpito la Somalia a fine novembre 2020 portando forti piogge, possa portare alla formazione di nuovi sciami di cavallette anche il Kenya e in Uganda. C’è il rischio concreto di un’altra invasione di locuste nelle aree nord-orientali e settentrionali del Paese, peggiorando quindi la sicurezza alimentare già fragile. Secondo le stime delle Nazioni Unite, sono oltre 2 milioni di persone (17% della popolazione dell’area) a soffrire la fame.
Di questi 2 milioni, circa 611.000 si trovano in aree urbane tradizionalmente sicure dal punto di vista alimentare, compresa la capitale Kampala. La situazione alimentare nelle aree urbane è stata la più colpita dalle misure restrittive relative al COVID-19, poiché le famiglie povere dipendono principalmente dal guadagno giornaliero attraverso il lavoro occasionale, il commercio di piccole dimensioni, la vendita di cibo, le attività di costruzione e il lavoro domestico. Ecco quindi che locuste, distruzione dei raccolti e restrizioni legate al COVID-19 stanno creando rischi per la sicurezza alimentare ed economica nel breve e medio termine.
Situazione incerta a Kampala tra disordini e restrizioni
I disordini civili legati alle elezioni presidenziali del gennaio 2021 potrebbero interrompere periodicamente l’accesso delle famiglie al cibo e alle fonti di reddito e rallentare la ripresa economica. Le famiglie povere delle periferie di Kampala non riescono a guadagnare salari giornalieri per un periodo prolungato, si va verso una crisi più grave.
La principale paura degli ugandesi non è il virus, ma le misure di isolamento che hanno notevolmente interrotto i mezzi di guadagno delle persone. Molti corrono dei rischi per la salute e continuano a sfidare le strade per lavorare. Ad esempio, i venditori ambulanti continuano a correre ai finestrini dei veicoli nei semafori e negli ingorghi. Senza maschere abbaiano i prezzi delle loro merci agli automobilisti, che, pietrificati da una prospettiva di contatto, alzano rapidamente i finestrini, temendo che la strada possa diventare l’epicentro dell’Uganda. Questi venditori non possono permettersi di isolarsi in casa, o dovrei dire le verande degli edifici commerciali, a meno che non vogliano morire di fame. La strada è il loro luogo di lavoro, sostentamento e casa.
In queste condizioni, continua l’enorme lavoro delle Figlie della Misericordia e della Croce per accogliere e dare un sostegno ai bambini e alle famiglie più bisognose della comunità di Namasuba: la missione è sempre in movimento.
In questi mesi, grazie alla campagna UnSaccodiMisericordia, abbiamo distribuito vari quintali di farina alle famiglie più bisognose. Aiutaci a essere ancora di più la Misericordia in Azione… tra mille emergenze.
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Causale: Sacco di Misericordia – Uganda