A Getche per aiutare la sussistenza di famiglie povere, rifornire la mensa scolastica e combattere la malnutrizione infantile, portiamo avanti il progetto Vita dalla Terra
Vita dalla Terra, una risorsa preziosa
Le suore di Getche hanno da anni messo a disposizione parte del terreno vicino alla scuola per la coltivazione di ortaggi e verdure. Alcune famiglie tra le più povere si alternano per coltivare un pezzo di terreno, indispensabile per la propria sussistenza. È da questa terra che traggono vita, una risorsa preziosa soprattutto in questo periodo di pandemia e aumento della povertà.
Sr Pasqualina ci racconta come nel villaggio il consumo di cibo tra le famiglie si è ridotto da tre a due pasti al giorno, a causa delle restrizioni necessarie per la prevenzione del Covid-19. Il reddito familiare si è ridotto per la sospensione dei mercati e per la chiusura delle frontiere, che hanno ridotto di molto il commercio. Si spera anche qui, come nel resto del continente, nell’arrivo del vaccino, ma i tempi non saranno rapidi.
Da inizio anno, il progetto VITA DALLA TERRA ha sostenuto oltre 20 famiglie della comunità di Getche.
Mensa scolastica a Getche
La scuola primaria di Getche accoglie circa 400 alunni e offre la possibilità della mensa scolastica. I programmi di alimentazione scolastica hanno un ruolo fondamentale per incoraggiare i bambini a tornare a scuola e mantenerli iscritti dopo la crisi. L’alimentazione scolastica può aumentare i tassi di iscrizione e frequenza, in particolare per le ragazze e i bambini più svantaggiati. Inoltre, riducono il lavoro minorile soprattutto per le ragazze e per coloro che ricevono razioni da portare a casa. Ciò è particolarmente importante ora che l’aumento della povertà può aumentare le pressioni sul lavoro minorile, che a lungo termine potrebbe tenere i bambini fuori dalla scuola.
Si stima che dall’inizio della pandemia nei Paesi poveri sono andati «persi» 39 miliardi di pasti scolastici. Secondo gli esperti, 370 milioni di bambini nel mondo hanno perso il 40% dei pasti scolastici da quando le restrizioni causate dal Covid-19 hanno causato la chiusura delle scuole (UNICEF).
Lotta contro la malnutrizione infantile
Chi ha visitato una qualsiasi scuola africana lo sa: proprio accanto alle aule, in un piccolo spazio all’aperto, fin dal primo mattino un gruppo di donne prepara il fuoco sotto enormi calderoni. Mentre nugoli di bambini si spartiscono i pochi metri quadrati di aule modeste, ma al tempo stesso curate, o anche solo l’ombra di enormi alberi sotto ai quali si fa lezione, il calore della legna fa il suo dovere, trasformando farina di mais o teff e acqua nell’alimento base della dieta quotidiana. In Etiopia si chiama injiera, in Uganda il posho, in Kenya e Tanzania l’ugali.
Mentre i genitori sono nei campi, il momento del pranzo a scuola assume per gli alunni africani una rilevanza cruciale. In pochi hanno fatto colazione al mattino presto a casa, pur dovendo spesso affrontare qualche chilometro a piedi per raggiungere la scuola. In pochi avranno assicurato un pasto completo la sera a casa. Per questo frequentare la scuola, a queste latitudini, è qualcosa di più che andare a lezione: significa in molti casi poter contare sull’unico vero pasto della giornata, anche grazie al progetti come VITA DALLA TERRA.
Per sapere di più del progetto, scrivi a info@mercyinaction.it
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Causale: Vita dalla terra
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